Artrosi e artrite sono spesso confuse tra loro. Con sintomi simili, sono però due malattie molto diverse sia per le cause, sia per l’età in cui si manifestano. Per fare chiarezza sulle differenze tra artrosi e artrite abbiamo parlato con il professor Marco Lanzetta, Consulente internazionale dell’Istituto Italiano di Chirurgia della Mano e del Centro Nazionale Artrosi.
“Dolore, rigidità, limitazione funzionale sono solo alcuni dei sintomi comuni ad artrosi e artrite che colpiscono le articolazioni – spiega il professor Marco Lanzetta -. Questo ha contribuito a creare confusione intorno a queste patologie che invece sono molto diverse tra loro, sia per insorgenza, sia per trattamento. Mentre l’artrite è una malattia infiammatoria, che può avere diverse cause scatenanti e colpisce anche persone piuttosto giovani, l’artrosi è una patologia a carattere degenerativo anche post-traumatica, più tipica, anche se non esclusiva, dell’età avanzata”.
L’artrosi e la degenerazione della cartilagine articolare
«L’artrosi è una malattia cronica degenerativa che colpisce generalmente persone di età superiore ai 55 anni (in realtà spesso chi soffre di artrosi inizia ad avere i primi sintomi abbastanza presto. Verso i 40 anni soprattutto nei casi in cui c’è ereditarietà), in prevalenza donne – aggiunge l’esperto -. Si sviluppa con maggiore frequenza nelle articolazioni sollecitate dal peso, come per esempio:
- anche
- ginocchia
- colonna vertebrale
- spalle
- mani
- piedi
L’origine del processo degenerativo coinvolge la cartilagine articolare ed in seguito anche il tessuto osseo sottostante. Il sintomo principale dell’artrosi è il dolore che
- si manifesta in prevalenza di giorno (di notte solo nella fase avanzata della malattia)
- si manifesta in prevalenza di giorno (di notte solo nella fase avanzata della malattia)
- si accompagna a deformità delle articolazioni, soprattutto per quanto riguarda le mani e i piedi
Sebbene si tratti di una patologia tipica dell’età avanzata – sottolinea l’esperto -, non è raro che si verifichi anche in persone relativamente giovani (intorno ai 40 anni) se favorita da alcuni particolari fattori scatenanti come traumi pregressi, fattori meccanici, familiarità». Non è sempre tipica dell’età avanzata. Naturalmente, se trascinata negli anni e non curata, peggiora con l’avanzare dell’età.
L’artrite in tutte le sue diverse forme
«L’artrite è una patologia di tipo infiammatorio autoimmune, dovuta ad un’alterazione del sistema immunitario che si attiva in modo errato contro tessuti dello stesso organismo. la cartilagine viene identificata come “corpo estraneo” all’organismo e viene quindi attaccata per essere distrutta. Colpisce in genere persone nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 60 anni – sottolinea il professor Marco Lanzetta -, ma può presentarsi in persone di ogni età, bambini compresi. Si tratta di una patologia che può interessare sia le piccole, sia le grandi articolazioni.
Il sintomo principale dell’artrite è il dolore accompagnato a notevole impotenza funzionale
- è presente anche di notte e anche a riposo
- ha un esordio solitamente violento e repentino
- è associato a gonfiore, arrossamento e rigidità articolare
Esistono diversi tipi di artrite: l’artrite reumatoide, quella psoriasica, la connettivite, quella cosiddetta sieronegativa. L’artrite reumatoide è sicuramente la più conosciuta e quella che più spesso è confusa con l’artrosi. È una poliartrite cronica, anchilosante e progressiva, e si differenzia dall’artrosi perché la prima struttura articolare a essere interessata dal processo infiammatorio è la membrana sinoviale e non la cartilagine».
Due patologie diversi, alcuni trattamenti comuni
«Nell’artrosi e nell’artrite, lo scopo dei trattamenti è alleviare il dolore, migliorare la funzionalità articolare e rallentare la progressione della malattia – conclude l’esperto -. Nel caso dell’artrite, il trattamento è in prevalenza farmacologico con l’utilizzo di antinfiammatori non steroidei, corticosteroidi e anti-reumatici, anche se il percorso di cura ideale prevede un approccio multidisciplinare con la collaborazione di ortopedici, reumatologi, fisiatri e psicologi. Nell’artrosi, negli ultimi anni si sono fatti molti progressi nel campo delle cure e ad oggi si eseguono trattamenti che contribuiscono a migliorare la qualità della vita dei pazienti in maniera significativa. L’approccio anche in questo caso è multidisciplinare: fisioterapia, consigli dietetici, supporto con integratori, infiltrazioni con cellule mesenchimali sono solo alcuni dei trattamenti che consigliamo con grande convinzione ai pazienti affetti da artrosi, perché la nostra esperienza diretta, insieme agli studi clinici, ha dimostrato che sono estremamente efficaci».
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