I risvolti psicologici che possono emergere a causa del dolore cronico e invalidante nei pazienti affetti da artrosi, o artrite reumatoide e altre malattie reumatiche, non sono da sottovalutare. La perdita della funzionalità articolare e il dolore possono condizionare negativamente l’umore in un circolo vizioso che è molto difficile interrompere. Dei risvolti psicologici dell’artrosi e di come supportare il paziente ne parla il professor Marco Lanzetta, Consulente Internazionale dell’Istituto Italiano di Chirurgia della Mano e del Centro Nazionale Artrosi.
«Intervenire subito per curare il dolore cronico – prosegue l’esperto -, aiuta a vivere bene, anche in presenza di malattie invalidanti come l’artrosi o le malattie reumatiche. Alcune terapie, non solo farmacologiche, sono efficaci per contrastare i sintomi dell’artrosi e vanno messe in atto il prima possibile. Il punto di forza della metodologia che utilizziamo al Centro Nazionale Artrosi è il lavoro di squadra. Il fondamentale supporto psicologico viene inserito in un percorso integrato e multidisciplinare che coinvolge anche il chirurgo e il fisioterapista al fine di portare il paziente a un nuovo stato di benessere psicofisico. L’approccio prevede:
- Infiltrazioni con cellule mesenchimali
- Attività fisica regolare e fisioterapia
- Dieta anti artrosi e integratori
Le infiltrazioni con cellule mesenchimali sono una terapia che usiamo ormai da anni con grande efficacia e soddisfazione da parte dei pazienti. In ambulatorio, le cellule mesenchimali prelevate dal grasso del paziente e opportunamente trattate, vengono iniettate all’interno dell’articolazione colpita dalla patologia degenerativa o infiammatoria allo scopo di ridurre la sintomatologia dolorosa e favorire la rigenerazione della cartilagine articolare.
Al contrario di quanto si possa pensare, l’attività fisica è amica delle articolazioni malate. I veri nemici dell’artrosi sono la sedentarietà e la stasi. Molte persone, provando dolore nel movimento, tendono a diminuire sempre di più l’attività fisica alimentando il circolo vizioso che riconduce al dolore. Quello che consigliamo è mantenere l’abitudine alla pratica di attività fisiche dolci, ma in modo regolare, che siano in grado di “oliare” le articolazioni senza impatti traumatici negativi. L’ideale è farsi seguire da un fisioterapista specializzato che sarà in grado di accompagnare il paziente in un percorso di recupero della mobilità e, insieme, dell’autostima».
Il dolore si combatte anche a tavola«Un discorso a parte merita la dieta anti artrosi – conclude il professor Marco Lanzetta -. Noi crediamo molto che un regime alimentare adeguato sia di grande aiuto a frenare la progressione della malattia e a ridurne i sintomi. Per esempio, alcuni cibi e bevande hanno azione antiossidante per le articolazioni:
- cereali e farine integrali
- avena
- pesce azzurro
- the verde
- vino rosso (con moderazione)
Altri hanno un alto potere infiammatorio e vanno evitati:
- zucchero
- sale
- carne rosse e i grassi animali in genere
- pomodori, patate e melanzane (solanacee)
Anche i cosiddetti integratori, più correttamente supplementi alimentari, sono un prezioso alleato perché ci consentono di assumere in grandi quantità i prodotti che la natura ci offre, altrimenti impossibili da assumere soltanto attraverso la dieta.
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Inoltre, la dieta anti artrosi ha anche il beneficio secondario della perdita di peso, senza che il paziente si sottoponga a particolari rinunce. In questo modo, tutte le articolazioni ne beneficiano, la salute e la sensazione di benessere migliorano a tutto vantaggio dell’autostima e del buonumore».